Sono Martina, ho 36 anni e sono appena rientrata in Italia dopo un’esperienza di quasi 2 mesi di volontariato in Paraguay (ammetto che sono andata a cercare sulla mappa dove fosse esattamente!).
Per me decidere di partire come volontaria è stato come sentire una chiamata. Un desiderio che avevo da tempo e che ho potuto rendere reale. Quando si ha Amore nel cuore credo sia sempre un bene saperlo donare!
Ho vissuto per quasi due mesi in un Mondo di terra rossa, minuscolo e fatto del niente dove si nasconde un Mondo infinito fatto di tutto. Ho sentito un incredibile calore umano.
Come sentirsi parte di una grande famiglia e di farne parte da molto tempo. Non dimenticherò mai la dolcezza dell’abbraccio di Katy, la ragazza che mi ha ospitato, il giorno in cui sono arrivata. Un abbraccio che mi ha fatto sentire subito a casa. “Mi casa es tu casa”, mi disse!
Con generosità sono stata ospitata da una giovane coppia del Barrio (Katy e Miguel) con la quale ho subito innescato una connessione profonda e libera. Aver vissuto insieme a loro, circondata dalle famiglie del Barrio (circa 50), dai bambini, dal reale e difficile contesto in cui mi trovavo ha fatto la differenza.
Sono partita con una Valigia di curiosità, gentilezza e con il cuore aperto a creare uno scambio di bene, senza alcuna aspettativa. E sono tornata a casa con un Bagaglio di Vita.
Come una pittrice che dipinge un quadro a mano libera su una tela completamente bianca.
Con una tavolozza e pennelli, giorno dopo giorno, ho iniziato a dar forma al dipinto dove i colori sono stati gli sguardi, i sorrisi, la generosità, le difficoltà, la semplicità, gli abbracci, l’entusiasmo, l’accoglienza, la dignità, la gratitudine, la povertà, l’unicità e lo stupore dei bambini e di tutte le persone che ho incontrato.
Il progetto del quale ho avuto l’onore di far parte opera nel contesto scolastico. La scuola Unipar, nel piccolo Barrio di San Miguel de Capiatà, è composta da circa 65 bambini dai 4
ai 7 anni (per un totale di 4 classi).
Il nome della scuola racchiude in sé tutto il suo valore e significato: Unipar, Unidad y Partecipation. Le attività riguardano il sostegno scolastico, la fornitura di almeno una merenda giornaliera per rafforzare le capacità cognitive di ciascun bambino e una dedizione sconfinata da parte delle Professoresse Nancy, Lety, Francisca, Gabriela e della Direttrice Yamile (oltre a tutte le altre persone volontarie, e non, che ne fanno parte).
“Aprender Jugando” è il metodo che questa scuola utilizza. Ne sono rimasta fin da subito affascinata e così mi son fatta trasportare ed entusiasmare nel creare le mie lezioni.
Unica italiana, unica volontaria, con la difficoltà della lingua (sono partita sapendo una manciata di parole in spagnolo), un’altra professione nella vita (agente di viaggio), in un altro contesto, realtà, disagi, condizioni, usanze... per me è stata una bella prova!
Ero la “Profe Martina”, la Profe di ginnastica ed inglese.
Assieme alla Direttrice della scuola ho trovato “spazio, forma e colore” nel progetto. Il tutto è avvenuto con estrema naturalezza, come essere in un flusso ed esserci pienamente. Mi sono sentita a mio agio, libera di esprimermi al 100%, di essere me. Ogni giorno ero dedita a pensare e creare una lezione specifica per la classe in base all’età, che fosse nuova e stimolante per i bambini, traducendola dall’italiano allo spagnolo (portando sempre con me un quadernetto degli appunti!) ed utilizzando idee e materiali che trovavo osservandomi in giro.
Hanno avuto la capacità di farmi sentire “me” dall’altra parte del Mondo e, forse, tirar fuori una delle mie versioni migliori.
Con i più piccoli creavo lezioni orientate a stimolare la curiosità, l’immaginazione, tutti i sensi
(olfatto, tatto, udito...) oltre che a coinvolgerli attivamente.
Con i più grandi ginnastica per la coordinazione, spirito di squadra, collaborazione, cooperazione unite a delle lezioni di inglese e geografia (almeno per fargli capire da dove arrivavo!).
E quando i bambini mi chiedevano: “Profe Martina quando abbiamo lezione insieme?”, “Profe Martina se oggi non hai il tuo quadernetto vuol dire che non facciamo ginnastica?”, “Profe Martina stai seduta vicino a me a lezione?”, “Profe Martina non hai la merenda? Ti do un pezzo della mia!”, “Profe Martina grazie per tutto l’amore che ci hai donato”...mi hanno fatto sentire Viva. >> Questo articolo continuerà. Aspetta di leggere la seconda parte!
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